FOTOPROGETTI 2019
Si inaugura Sabato 28 Settembre dalle ore 17 alle ore 20 presso La Limonaia di Villa Vogel (Via delle Torri, 23 Firenze), FOTOPROGETTI 2019. L’esposizione, a cura di Deaphoto in collaborazione con il Quartiere 4 del Comune di Firenze, presenta in Mostra i lavori dei partecipanti Corso di Progettazione Fotografica organizzato da Deaphoto nella Stagione 2018-2019. Nell’ambito della due giorni Domenica 29 Settembre in programma alle ore 17 Lettura gratuita dei Portfolio e alle ore 19 la Presentazione delle Attività Deaphoto. Ingresso libero!
PROGRAMMA
Sabato 28 Settembre
Ore 17-20 / Inaugurazione Mostra e Incontro con gli Autori
Aldo Frullini > 18 ore / Una vita
Alessio Catarsi > Camera obscura
Andrea Bartoli > Vivo di volata
Anna Frascari > Coinquilini
Claudio Malesci > Paint it black
Francesco Ardito > Vizio / Necessità
Gaia Beni > Le stanze di Lina
Piero Matera > Sedute urbane
Rosanna Vannini > Le tavole di Mirò
Sabrina Innocenti > Ciò che siamo è in ogni luogo
Valentina Mura > Doppio specchio
Domenica 29 Settembre
Ore 17-20 / Apertura Mostre
Ore 17-19 / Letture Portfolio gratuite
Ore 19-20 / Presentazione Attività Deaphoto
Informazioni
Mail: infodeaphoto@gmail.com
Mobile: cell 3388572459
FOTOPROGETTI 2019
Presentazione dei lavori a cura di Sandro Bini
L’esposizione presenta i lavori dei partecipanti al Corso di Progettazione Fotografica organizzato da Deaphoto nella Stagione Didattica 2018-2010. L’esito espositivo finalizza quello didattico incentrato sullo sviluppo delle capacità progettuali degli Studenti, attraverso un progressivo affinamento di elaborazione visiva e lettura critica della realtà e delle immagini, la riflessione teorica sul medium e la stimolante conoscenza delle tendenze e degli autori della fotografia contemporanea. I percorsi progettuali, partiti dalla definizione personale dei temi della ricerca, sono proseguiti con la realizzazione e l’editing delle immagini, fino alla definizione delle procedure di installazione e valorizzazione espositiva e alla redazione dei testi di presentazione delle opere. Tutti i lavori presentati sono indicativi di alcune delle tendenze principali della fotografia contemporanea.
Per la fotografia documentaria, Aldo Frullini (18 ore / Una vita), con un approccio rigoroso e un’estetica da archivio controlla, scandisce e ritualizza una dolorosa vicenda personale.
L’approccio documentario viene invece utilizzato più liberamente da Andrea Bartoli e Piero Matera. Il primo, nel suo Vivo di volata, utlizza il cavalletto e la lunga posa nel tentativo di fermare “le ombre della fretta” su un supporto statico come la fotografia, contrapponendo la frenesia quotidiana alla contemplazione fotografica. Il secondo con le sue Sedute urbane cattura momenti intimi in spazi pubblici, quasi in una sorta di terapia urbana.
Per Anna Frasari (Coinquilini) lo stile documentario diventa invece il modo più funzionale al racconto antropologico-sociale, con una serie di immagini che si interrogano sulle problematiche e sulle dinamiche relazionali di un fenomeno di grande diffusione e attualità.
Di taglio apparentemente documentario anche l’esplorazione psicogeografica sul fiume Arno di Sabrina Innocenti (Ciò che siamo è in ogni luogo), dove però è soprattutto la fascinazione per “l’altra sponda” la molla di una ricerca che, come evidenziato dal titolo, è anche interiore.
Decisamente staged, invece, i lavori di Francesco Ardito (Vizio / Necessità), Rosanna Vannini (Le tavole di Mirò) e Valentina Mura (Doppio Specchio). Francesco, con la reinterpretazione in chiave contemporanea del tema dei sette peccati capitali, e Rosanna, con una vera e propria strategia di riappropriazione fotografica di tre celebri tele di Mirò, aggiornano tramite la fotografia digitale il nostro immaginario iconografico, mentre Valentina, tramite i suoi autoritratti allo specchio, costruisce una narrazione in sequenza che va dalla negazione alla accettazione del se come altro.
Sul versante di uno storytelling evocativo intimo e personale Camera Oscura di Alessio Catarsi traccia un itinerario visivo liberatorio ed identitario (sospeso fra realtà e immaginazione) nei luoghi del proprio quotidiano. Mentre, sospese fra l’evanescenza ambientale del ricordo e la concretezza oggettiva della memoria, le Stanze di Lina di Gaia Beni narrano di una “planimetria dell’assenza”, esplorando, delicatamente e in silenzio, la casa della nonna dopo la sua recente dipartita.
Da una ricerca poetica e dalla progressiva sedimentazione e distillazione di un ampio archivio di immagini di natura (fra informale e astratto) nasce infine il lavoro di Claudio Malesci (Paint it black). Tema il mistero e la forza evocativa della natura e dell’immagine.